Cari amici,
certamente tutti voi sapete che quella del 25 aprile, per noi italiani è una data importante.
Importante innanzitutto dal punto di vista storico.
E’ una ricorrenza che si celebra ogni anno, per ricordare il “simbolo” della liberazione della nostra Nazione da un regime totalitario, grazie anche alle forze alleate americane. Correva il lontano anno 1945.
Senza scivolare in discorsi politici dai quali mi tengo a debita distanza, il mio intento – o, meglio ancora, il mio desiderio – è soltanto quello di raccontarvi come in realtà questa data sia significativa anche per noi appassionati di baseball.
Forse, infatti, non tutti voi sapete questa notizia. Ed io voglio quindi rendervene partecipi, perchè credo sia anche interessante conoscere qualcosa di più sulle origini del Baseball “nostrano/italiano”.
Ebbene, fu proprio in quello stesso anno – il 1945 – che il Baseball, dopo aver fatto una fugace apparizione nel 1920, si diffuse in Italia. E si diffuse proprio grazie alle truppe americane. Quelle stesse truppe che avevano aiutato la nostra Italia a regalarle la Libertà.
Furono esattamente gli Stati Uniti d’America a dare la stura al Baseball qui da noi in Italia, dando così inizio alle prime vere sue consacrazioni ufficiali.
Nel 1948 venne quindi istituita la prima organizzazione di Baseball italiana, e in quello stesso anno fu organizzato il primo campionato con cinque squadre. Campionato che venne vinto dalla nostra vicina di casa, Bologna.
Ecco. Con questo duplice accostamento : America / Baseball – America/ Liberazione, si è accesa una lampadina, ed è nata l’idea di questo motto. Un binomio oserei dire quasi perfetto!
LIBERIAMO IL BASEBALL.
Uno slogan, poi, che in questo preciso contesto storico assume un sapore ed un valore ancora più significativo, proprio perchè anche noi, anche se per ragioni totalmente differenti rispetto al nostro passato, ci troviamo costretti ad affrontare giorni e giorni di privazioni e restrizioni, rinunciando alla nostra libertà, sacrificandola in nome di un bene superiore, quello della salute, individuale e collettiva.
Probabilmente, anche noi un giorno ci ritroveremo ad essere i protagonisti involontari delle pagine dei libri di storia per le generazioni a venire: il 2020 verrà ricordato come l’anno della pandemia..
Io, invece, nel mio piccolo, vorrei ricordare il 2020 per ben altre ragioni, meno eclatanti sicuramente, ma certamente più belle, più positive ed ottimistiche, legate, come potrete immaginare, al nostro sport.
Intanto, il mio desiderio più immediato, è quello di potere iniziare quanto prima ad indossare la mia divisa, che in questo momento è tristemente chiusa in un armadio, calarmi in testa il mio cappellino con visiera, che ogni tanto vado a “spolverare”, ed oltrepassare quel cancello che mi e ci separa dai campi di Via Minutara, per tornare ad allenarmi, allenarvi e ad allenarci tutti insieme.
Questa, in questo momento, è la mia idea, la mia voglia di libertà, ed il mio sogno di “normalità”.
Un caro saluto dal vostro Claudio Champ Campioli
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